Estate, Parte terza.

III. Una notte

I.

La luce asettica
delle lampade dei treni
come una tenda scura
acceca le finestre
al tramonto,
come se le tenebre
fossero sporche,
come se la luce
fosse santa.
Eppure la vera santità
viene dagli occhi,
quelli che si abituano al buio
e ci trovano forme angeliche,
quelli che si lasciano cullare
come abbracciati dal tramonto,
la vera santità viene dalla carne,
quella carne stanca
della sera o del mattino,
la carne viva che ci rende umani.


II.

Tramonto inaspettato
che guarda il meridione del cielo,
con la vita che mi fa
scoppiare il petto,
tanto che vorrei squarciarlo
e lasciar uscire
la poltiglia nerastra
che è l'inchiostro
della malinconia,
vorrei squarciarlo, prenderti
le mani e stringerle
sul cuore
come il gatto si stringe
al suo cuscino.
Le note delle mie canzoni
scaldano quella piccola anima,
tra una stazione e l'altra
verso il meridione della terra,
una notte d'estate,
mentre il treno arriva
alla stessa notte
sfugge.


[Agosto 2017]

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