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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

"lose yourself"

"dove cazzo sono finito? è buio, fa freddo e non ho idea di cosa ci sia davanti a me. e domani, ah, ci devo arrivare, a domani. le mani mi fanno male, e gli occhi bruciano. solo il rumore dei sassi ad accompagnarmi. c'è un lampione, fioco, dapprima, ma più brillante man mano che mi ci avvicino. la luce è quasi disturbante, mi mette a disagio. e improvvisamente sono solo nel nulla creato dall'ombra profonda oltre la luce. c'è un cartello." Perdetevi. Senza farvi (troppo) male. Non esiste misura nello smarrimento... è una cosa a cui bisogna essere preparati. "riprendo a camminare, mi getto nell'ombra. dopo i sassi trovo un prato, e mi lascio il lampione alle spalle, ad affievolirsi. continuo a camminare. basta aspettare, e arriverà il mattino." grazie, di nuovo.

pioggia #2

la pioggia accarezza il tetto, la notte mi culla, e le sfuggenti note di una voce dolce accompagnano un pianoforte leggero. scrivo. se potessi strapparmi di dosso l'anima e lasciarla su un pezzo di carta o su una pagina web, sarei soddisfatto del risultato. invece, devo scrivere, e riuscire a far passare quello che sento attraverso un sottile rivolo di inchiostro, e poi attraverso i tasti mi riesce più difficile di quanto sembri. ah, questo tempo che ci tira tutti quanti scemi. certe volte vorrei proprio lasciarmi andare, sdraiarmi sul letto e guardare il soffitto finchè non mi stufo o mi addormento. non ci riesco, però, perchè prima di stufarmi o addormentarmi mi torneresti in mente. oltre le nuvole, una luna d'inverno.

"in your eyes"

amo quando l'universo mi concede una pausa dalle mie paranoie, preoccupazioni e idiozie. ci sono occhi difficili da decifrare, occhi misteriosi, occhi bui, ma anche altri occhi. ci sono occhi indecisi, occhi innamorati, occhi imbarazzati, occhi teneri e occhi che amano. se fosse vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, dovremmo essere tutti scrutatori di anime. ma gli occhi che ho visto oggi avrebbero potuto squarciare le nuvole e fermare un temporale. 

postcard

Afferro quest'ultimo brandello d'estate, come trattenendo argento vivo tra le mani. I sorrisi e le parole mi sfuggono, e il sole mi scalda. Alla fine, però, scivola via anche lui, come una cavalletta che si divincola dalla tela, nell'ultimo fieno fresco dell'anno.  E le cose continuano ad accadere, incuranti dei miei pensieri.

if

Questa cosa l'ho scritta almeno un paio di volte: è incredibile quanto le piccole cose ci cambino (e anche oggi, niente ragno. che non diventi un'abitudine!). Certo che quando le coincidenze si allineano come i proverbiali pianeti, ci viene da pensare. è così che mi sono sentito, oggi, guardando le nuvole, il mare, il mio riflesso sul paesaggio che corre, fuori dal treno: vuoto, eppure vivo. Incostante come un'onda, eppure convinto come il molo contro cui l'onda si infrange, e ci bagna di ricordi mai così vividi. Il treno è pieno, stavolta, di amanti, viaggiatori, curiosi, famiglie e poeti che di essere poeti lo pensano solo loro. La differenza è che alla fine non ci sei tu ad aspettarmi. "but I miss you, most of all, my darling when autumn leaves start to fall"

Doom and Gloom

Titolo un po’ scontato, sì. Ma scontata non è la nuova canzone degli Stones. Gli stessi Stones che accompagnano il picchiettare delle dita sulla tastiera proprio adesso. Niente ragno, stasera, niente Rorschach, niente misteriosi personaggi indecisi. Solo io. E quando sono da solo, è come se le storie si vergognassero a uscire, come se non volessero farsi notare. Non è vero, forse, dato che sono uno stronzo narcisista (o un falso modesto?) e lo sapete tutti. Ma se racconto storie in cui non sono io il protagonista mi riescono meglio. Forse perché faccio finta che non parlino di me. E ogni tanto mi chiedo: si capisce di chi parlano? Perché se il ragno, per dire, parlasse adesso, non sarebbe difficile capire di chi sta parlando. O forse sì, dato il casino che ho in testa come al solito (qualcuno lo sento già, “sei un immaturo!”). Perlomeno la paranoia non si prende gioco di me come ha fatto spesso in passato. O magari, per dire, nessuno lo capisce perché nessuno che può capirlo le

Rorschach

“Molte cose mancano di senso. Come può esserci speranza in questo mondo corrotto? Questo mondo in cui il putridume strisciante è libero di prosperare, in cui le passioni umane, il desiderio dell’ignoto e la potenza della mente sono sepolti sotto cumuli putrescenti di cadaveri, e la morte ride trionfante. Questo mondo vuoto, questi uomini senza fuoco, che uccidono ogni scintilla di poesia, e stuprano i desideri appena nati. Può esserci speranza? Può esserci fuga? Può esserci vita?”