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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

marzo

Oggi mi sono ricordato di te. Non è che mi sei tornata in mente, non penso di essere più di un vago ricordo per te, chissà cosa stai facendo, figurati se trovi il tempo per tornarmi in mente. Poi sono sempre stato un egocentrico. Mi sono ricordato di te in un film, con quegli occhi, quel viso, e mi sono ricordato dei baci dolci, delicati e amari. E degli abbracci. Ma non ha fatto male. Mi sono stupito di me stesso. Se non fa male vuol dire che è passato per davvero. Mi sono semplicemente ricordato di qualcosa di bello, qualcosa che non mi riesce spesso ultimamente. Poi lei ha pianto, e l’ha abbracciato, e mi sono ricordato di quando lo facevi tu. Mi chiedo se ogni tanto tu ti ricordi di me. Mi chiedo, a volte, se non sia tutto solo un sogno. Quello che è certo è che fuori è tutto secco ma la primavera è arrivata, e non puoi mai sapere quando comincerà la prossima pioggia di marzo. La prima pioggia di questo nuovo marzo.

"William, it was really nothing"

Alzarsi e uscire, e sentire la terra umida che ti saluta. La nebbia che sfuma nel mattino, e l’aria tiepida. Una volta di più, dubbi. Una volta di più, vaffanculo! È tutto più bello. Niente di che da dire, molto da vivere, stavolta.

"scar tissue"

cicatrici come tatuaggi della vita. tempo come armadio pieno di cose. arriverà la primavera. "I'll make it to the moon if I had to crawl"

parentesi quadre

Anche basta. Restiamo chiusi in questi bozzoli, protetti dalla tastiera, riscaldati da un cursore, e felici. Prendiamo questa vita morta, prendiamo questo inverno per i capelli, prendiamo tutto nelle nostre mani, cazzo. Prendiamo una decisione, prendiamo LA decisione. Decidiamo di parlarle, decidiamo di consegnare un manoscritto, di entrare in studio, di aprire il garage, decidiamo, facciamo, viviamo di nuovo. Troppa gente rinchiusa in un bozzolo, tanto che non sembrano neanche loro, troppa gente così morta che mi chiedo se sia possibile resuscitarla. E sono il primo. In questo inverno buio, sono il primo. Ma adesso, anche basta. Che la vita è una figata l’ho già detto, adesso sarebbe anche ora di iniziare a viverla.

[excerpt]

April is the cruellest month, breeding Lilacs out of the dead land, mixing Memory and desire, stirring Dull roots with spring rain. T.S. Eliot, The Waste Land, l.1-4

L'inverno ci tenne caldi

Mi perdo nei tuoi occhi blu, verdi, grigi, nel rosso dei tuoi capelli, come ruggine, come il sole sulla collina al tramonto, mi perdo nel bianco della tua pelle, ogni volta mi perdo. E ogni volta ritrovo la strada. Ogni volta sono più vicino alla luce. E ogni volta riesco quasi a dimenticare. Ma voglio dimenticare? Voglio dimenticare tutto? Se così fosse non mi perderei, continuerei per la mia strada. Cosa posso fare per non far riaprire la ferita ogni volta, per non sanguinare più? Cosa posso fare per lasciarmi alle spalle un passato che non guarisce, senza dimenticare ma dimenticando? Tutte queste domande e ogni volta le risposte sono sempre più difficili, sempre più lunghe. E ogni volta mi ritrovo a pensare. Poi però mi ritrovo. E penso. Sopravviverò.

"the ghost of saturday night".

Una di quelle sere che non ti dimentichi, una di quelle sere che ti fanno sentire vivo. Una di quelle sere che ti fanno sentire. Esci, incontri un amico, parli di wow, fa un freddo ragguardevole e ridacchi pensando che era parecchio che non ti divertivi così. Poi entri dove dovevi andare, al caldo, e incontri Mario, quasi quarant’anni, un po’ Eddie Vedder, un po’ Tom Waits e un po’ Jeff Buckley, come doveva essere in una di quelle sere al Sin-è in cui nessuno se lo cagava ma lui continuava, e meno male. Il ruggito di un animale da palcoscenico come pochi, che riesce a rendere emozionante anche le cose più scontate, che diciamocelo, Zombie manca solo la cover di Nonna Papera e poi l’hanno fatta tutti. E riesce a farti tornare la voglia di riascoltare quella canzone dei Foo che ti eri quasi dimenticato, e ti rinfranca sapere che “tutti soffrono”, e ti ricorda di non lasciarti andare, mai. E ti ricorda che il disagio può essere un’emozione che crea nuove emozioni, e che di sicuro a quasi

così.

Così ci riprovo. il primo tentativo di blog era fallito miseramente. stavolta potrebbe andar meglio, chissà. un grazie a Mario e alla sua musica che mi hanno fatto venir voglia di scrivere ancora, e un grazie a chiunque sia scritto qui, oggi o domani o chissà. "Buona vita a tutti!"