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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

rock n'roll heart

"e i miei sogni sono pesci che abboccano al risveglio" oggi non sapevo se scrivere o no. non sapevo se vomitare tutto l'odio di questa giorno di pioggia, senza un tramonto arancione pieno di ricordi che non so, o concentrarmi su un sogno.  ti ho sognata, e queste parole scivolano via come l'inchiostro sul foglio, e anche se sto crollando dal sonno e il mondo è a pezzi e chiunque si sarebbe già stufato da tempo, ti ho sognata. quindi, ho deciso di scrivere, e di concentrarmi sul sogno. mi appoggiavi la testa sulla spalla, e mi baciavi teneramente su una guancia.  è stato un sogno, effimero come le foglie d'autunno, o un fantasma d'inverno. ma da che mondo è mondo la primavera non si fa scoraggiare facilmente. buonanotte.

"Le nuvole hanno poca memoria, ma l'erba resta dov'è."

"Ormai ti ho persa. Ho aspettato e aspettato, sperando e disperandomi. Ma non è servito. Potresti avermi degnato di uno sguardo, potresti esserti innamorata di me, persino. A quanto pare, certi futuri non possono realizzarsi. Non da soli, almeno. Chissà, un giorno ci ritroveremo, forse." Il ragno, così, si rintanò nel suo buco, sospirando nel vedere la sua tela strappata. Mentre la lucertola, persa di nuovo la coda per un gatto che non c'era, fuggiva nell'erba.

autunno

“Fuori fa freddo. Dentro non è molto meglio, ma almeno non mi si intirizziscono le mani. Il solito angolo è buio, mi scruta dentro come il ragno che si cala lentamente, dondolando di fronte alla finestra sulla sua tela. Poi, ti vedo.   Appari algida come la morte, bella da far male agli occhi. La mia morte, dolce morte. Distogli lo sguardo per un attimo, come ad aspettare l’inizio della tempesta. Il tuo profumo mi inebria. Chiudo gli occhi. E non ci sei più. Il ragno ha finito la tela, e si è nascosto nel solito angolo. Guardo fuori e sento la pioggia cadere, e sembra quasi che il cielo grigio mi parli.”

song to the siren

Ci sono cicatrici che non vogliono saperne di guarire. Come il ragno non riesce a rifare la tela dopo che è stata spezzata, non riusciamo a dimenticare. Nel verde del mare, nell’azzurro del cielo o nel grigio del vento d’autunno. Restiamo lì, su uno scoglio, a guardare come le onde cancellano l’ennesima estate già finita, e ci ricordiamo di tutti i pomeriggi passati e futuri, di tutti gli abbracci dati e persi, e di tutte le vite. Ci innamoriamo dell’inverno, persino. 

zero

sleepless, breathless, faithless, hopeless, starless, groundless, colourless, ageless, merciless, pointless. more and more and more and more and more and more and more and more and more and more.

"one more of me"

mi chiedo se non mi stia davvero ritrovando in quella frase. "sometimes we simply choose to cradle ourselves in that pain and suffering" non ho motivi per non crederci, eppure sto ancora qui a preoccuparmi.  il tempo passa, ricomincia a piovere e medito sul futuro. finora non ho fatto altro che pensare. e se avessi pensato troppo? non mi resta che sorridere.