un giorno


“Cosa fai lì?”
“Niente”
Il mare si scontrava con la terra, e il vento puliva dalle nuvole un cielo troppo bello per lui. La polvere copriva i cespugli, e i suoi pensieri coprivano le parole di lei.
I capelli scompigliati, la barba di tre giorni e gli occhi socchiusi per il freddo, guardava l’orizzonte, soffermandosi ora su quest’onda, ora su quella, non sapendo decidere quale fosse la più maestosa. Pensava a suo nonno, a una giovinezza passata in quel mare così verde, in quella terra così aspra, una giovinezza che non c’era più.
Ripensava a tutte le persone piene fuori e vuote dentro che aveva conosciuto, e ripensava a lei. Il mare stava raccontando la stessa storia da un po’. Si incamminò verso la città, a passo spigliato, accompagnato solo da sé stesso.
Si perdette ad ascoltare la strada trafficata di città fuori dalla finestra, e a ricordare un’infanzia ormai lontana. Si addormentò tranquillo, solo con i suoi pensieri.

Per quante storie possiamo vivere, non ne racconteremo mai abbastanza.

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