"Time is still the infinite jest"

Ho venticinque anni.
In questo quarto di secolo ho fatto, visto e conosciuto più cose della stragrande maggioranza delle persone della mia età sulla Terra.
Ho visitato tre continenti, ho vissuto in due di questi e ho imparato quattro lingue (e mezza, dai).
Ho imparato un sacco di cose, mi sono appassionato a un sacco di cose, e proprio nell’ultimo anno la passione, mattoncino dopo mattoncino, diventa sempre più reale e tangibile.
Alle volte, però, perdo un po’ la messa a fuoco e mi dimentico delle cose veramente importanti: le persone.
Le persone sono, o dovrebbero essere, la cosa più importante per tutti: vorrei dire di essere grato, ma sappiamo che non credo nell’esistenza di un essere superiore a cui essere grato, quindi sono semplicemente felice che tutti quelli che ho incontrato facciano parte della mia vita.
Ci sono alcune persone che nell’ultimo anno mi hanno donato felicità come mai ne avevo provata prima: una di queste persone non fa più parte della mia vita, ma tutta l’oscurità del mondo non basterebbe a cancellare la serenità che mi ha donato nel tempo che abbiamo condiviso.
Altre due persone, ovvero Sara e Andrea, invece, nell’ultimo anno hanno condiviso con me strade divertenti, a volte tortuose, a volte buie, ma meno buie proprio perché eravamo insieme.
Se sono quello che sono lo devo anche a tutti voi (non vi nomino uno per uno perché siete davvero tantissimi): le parole per ringraziarvi di esserci ed esserci stati in questi venticinque anni non saranno mai sufficienti.
Vi voglio bene.

“In the fullness of time

a garden to nurture and protect”


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