uno


Matilda fissava intensamente il ragno, penzolante nell’angolo della stanza, non sapendo se sperare che fosse morto o vivo. Fuori il cielo era grigio, e l’aria di montagna filtrava da sotto le porte. Una luce blu dalla sua bacchetta fece aprire gli occhietti vispi al ragno. Matilda sobbalzò.
“ma guardati”, disse. “Così piccolo.”
Il ragno si limitava a fissarla a sua volta, all’erta, con tutti i suoi minuscoli peli tesi ad ascoltare l’aria. La luce diminuiva, e lo spettro dei colori si riduceva. Il mondo diventò grigio.
“loro dove sono?” chiese.
Il ragno non si muoveva.
“Rispondimi!”
si sentiva solo lo scricchiolio delle assi. Fuori, l’erba grigia si agitava.

La abbracciò forte, accarezzando la sua pelle nuda e guardando il vento sferzare le rocce, fuori dalla finestra. Sentì bisbigliare nella stanza accanto.
Improvvisamente, un chiarore accecante inghiottì la stanza.
Il ragno si mosse.
“non è necessario che tu lo sappia”, rispose.
Il respiro si fece affannoso, gli occhi iniziarono a lacrimare e il naso a colare. Un sapore di sangue in bocca, e Matilda cadde a terra, accasciata su se’ stessa.

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